Riflessioni sul burnout

Fonti attendibili segnalano un incremento dei casi di burnout

Ricevo regolarmente riviste per farmacisti e medici e da tempo sono abbonata a servizi di google scholar per aggiornamenti su lavori pubblicati sulla relazione medico-paziente e il benessere psicologico nei luoghi di lavoro. Questo per dire che ho un osservatorio aggiornato e attendibile, che segnala incrementi elevatissimi del fenomeno del burnout.

È allarme?

Il burnout è una roba seria, una vera patologia con un’infinità di sintomi e manifestazioni: le persone scoppiano. Non è solo stress, ma molto, molto di più.

La diagnosi di burnout è complessa: serve un vero specialista.

Non è mia intenzione contestare le pubblicazioni che ho letto, ma come per ogni diagnosi complessa è importante valutare i criteri diagnostici utilizzati e in diversi casi, soprattutto negli articoli più divulgativi, si usa la definizione di burnout con un po’ troppa leggerezza.

Nonostante il mio desiderio di sdrammatizzare, il problema c’è.

Ciò che emerge con forza è la sensazione di impotenza, come svuotare il mare con un cucchiaino, abbastanza tipico delle professioni sanitarie e fondamentalmente imputabile alla pandemia.

Problemi più generalizzati, che credo riscontriamo più o meno tutti, sono anche la stanchezza, in una forma molto simile alla fatigue tipica dei pazienti oncologici, la mancanza di fiducia nel futuro, e persino di speranza, e un intensificarsi dell’aggressività, come se la rabbia potesse essere una soluzione al malessere.

Apparentemente possono sembrare elementi scollegati tra loro, ma possono anche essere letti come una escalation di un’emozione base: la paura.

Difficile ipotizzare soluzioni globali o generalizzate. Siamo verso la fine di un ciclo della nostra storia, quel ciclo iniziato con la rivoluzione industriale: indietro non si torna e il futuro sta emergendo, ma non è ancora qui.

Inutile, secondo me, sperare che una qualunque legge o piano di investimenti possa farci tornare al mondo che abbiamo conosciuto.

Eppure possiamo fare molto, singolarmente e collettivamente.

  • Singolarmente possiamo abbracciare le nostre paure invece di soccombere.
  • E collettivamente possiamo collaborare, spargere armonia, risate e benessere. Io ci credo.
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