I presupposti della PNL 1° parte

La programmazione neurolinguistica, PNL, ha alla base alcuni presupposti.

Alla base della PNL sono dichiarati alcuni presupposti, elementi che esprimono la filosofia e i principi fondamentali.

Conoscere alcuni di questi non è un semplice esercizio di competenze teoriche, ma significa confrontarsi con concetti che possono avere impatto sul nostro quotidiano.

Diverse affermazioni sono collegate alla Mappa del mondo, argomento già trattato, e meritano un approfondimento.

  • Il limite delle nostre scelte è la nostra mappa.
  • Ciò che limita gli individui nelle proprie scelte non è quanto disponibile nella realtà del mondo, ma quanto percepito da loro stessi nella propria mappa.
  • Il miglior modello possibile è quello che si apre a più prospettive .

Tendiamo, tutti, a fare scelte sicure o rassicuranti, ad adottare soluzioni note o che che hanno funzionato.

La variabile concreta è cosa riteniamo, in base alla nostra mappa del mondo, possibile e realizzabile.

Una mappa del mondo ampia e flessibile apre potenzialità che per una mappa rigida e ristretta sono semplicemente impensabili. E una mappa ampia e flessibile allarga la zona di confort, evitandoci di doverci avventurare al di là dell’universo, nel rischio o nel pericolo.

Già, ma come si amplia la mappa del mondo?

L’elemento base è la curiosità: leggere, viaggiare, scoprire modi di vivere diversi dal nostro. Conoscere, studiare.

E poi ci sono alcuni elementi strettamente collegati tra loro.

  • Chi ha una mappa del mondo ampia tende a non giudicare, e smettere di giudicare porta ad ampliare la mappa del mondo.
  • Cercare sempre e solo conferme a ciò in cui crediamo porta inevitabilmente a rendere rigida la mappa: una mappa rigida porta a rigidità di pensiero e le ferree convinzioni di pensiero impediscono la flessibilità della mappa.
  • La paura è il peggior nemico di un mappa ampia e flessibile.

Tutto ovvio, banale, forse scontato.

Eppure gli avvenimenti degli ultimi anni evidenziano come la situazione di incertezza e timore abbia irrigidito molte persone e reso più ristrette molte mappe portando a due reazioni contrapposte. Qualcuno si è arroccato sulle proprie posizioni.

Quasi paradossalmente altri hanno scelto di avventurarsi completamente al di fuori del proprio mondo conosciuto: ad esempio è boom di persone che lasciano il lavoro senza avere alcuna idea di cosa vogliono o potranno fare.

Sembra strano?

Eppure sono le due reazioni più naturali a fronte di situazioni scomode: qualcuno si ritaglia uno spazio molto ristretto di adeguamento e adattamento mentre qualcuno va ad esplorare l’ignoto.

Io credo che questo stato di incertezza sia destinato a durare a lungo e ritengo sia utile operare in modo da rendere la propria mappa ampia e flessibile, abbracciando le paure fino a renderle innocue.

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