Il viaggio dell’eroe e il paziente
Il viaggio dell'eroe è un potente strumento di crescita personale e anche di gestione del paziente

In un altro articolo, Quando il viaggio comincia con la diagnosi, ho raccontato del viaggio dell’eroe che il paziente inizia nel preciso momento in cui il medico comunica una diagnosi di malattia grave, il momento in cui la salute del corpo non è più una cosa scontata.
Amo il viaggio dell’eroe da molti anni, l’ho utilizzato spesso per affrontare esperienze difficili ed era inevitabile che lo usassi anche per affrontare la mia malattia. Lo studio delle tappe, degli archetipi, in relazione alla malattia è cominciato con me stessa, osservandomi. Poi, nelle lunghe ore di ospedale, in attesa di una visita o di un trattamento, ho cominciato a guardare gli altri pazienti, riconoscendo in loro le caratteristiche, i comportamenti. E nel trascorrere delle settimane ho visto alcuni percorrere il loro viaggio dell’eroe, e altri rimanere bloccati in uno schema appartenente a uno specifico archetipo.
Successivamente è stato inevitabile, visto che per lavoro cerco e divulgo le tecniche di comunicazione e gestione utili al medico, al farmacista e alle diverse figure di terapeuti, chiedermi se queste riflessioni potevano essere utili al terapeuta per una migliore comprensione e gestione del paziente.
Io credo di sì.
Il riconoscimento delle tappe del viaggio dell’eroe nel paziente serve per comprendere, gestire, aiutare il paziente ad essere pienamente partecipe. Certo, servono, o servirebbero, anche competenze di psicologia, relazione di aiuto, coaching, ma il vantaggio del viaggio dell’eroe è che è di immediata comprensione e semplice applicazione.
Immediata comprensione e semplice applicazione perché il viaggio dell’eroe e i suoi archetipi fanno parte del nostro inconscio collettivo, li conosciamo già attraverso favole, libri, film.
Ne è nato un libro, L’eroe e il paziente, dedicato (e, spero, utile) a tutti coloro che, come terapeuti o come amici e parenti, sono vicini a pazienti che affrontano malattie gravi.

Dopo una laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche e oltre 20 anni di carriera in aziende farmaceutiche multinazionali, e continuando ad aggiornarmi anche da quando faccio la libera professione, credevo si sapere molto sui placebo e sull’effetto placebo. Ma questo libro mi ha affascinato e fatto fare nuove scoperte fin dalle prime pagine. I suoi pregi sono moltissimi. I pregi pratici: è piccolo, leggero, economico. Può essere messo in borsa e letto ovunque. E anche queste piccole cose non sono da sottovalutare. È scritto benissimo. Si pone l’obiettivo di essere un testo divulgativo, e lo è davvero . Ricchissimo di cultura e di riferimenti storico – letterari – filosofici manca totalmente di pomposità o frasi contorte che spesso si trovano in questo tipo di libri. Qui c’è la cultura vera. Einstein diceva “ Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna ”, affermazione che condivido appieno perché chi sa davvero sa anche semplificare i concetti. Fabrizio Benedetti sa. Sa spiegare, sa affascinare. E il libro è anche affascinante per i contenuti, il rigore scientifico. È imperdibile per tutti coloro che lavorano in ambito salute, ed è utile per tutti.

Il titolo completo del libro è Intelligenza emotiva Cos’è e perché può renderci felici. Daniel Goleman è sicuramente il più autorevole esperto mondiale di intelligenza emotiva. Il libro viene talvolta dichiarato “fuori catalogo”, ma vi assicuro che si trova ancora, sia in libreria che per gli acquisti on line. Queste le notizie pratiche. E poi, che dire? È interessante, scritto bene, leggibilissimo. E, soprattutto, imperdibile per chiunque abbia interesse per le relazioni umane, per chi educa, collabora o guida altri esseri umani.