Il diritto all’errore
Per molti concedersi il diritto di sbagliare è davvero difficile...

Il video riportato qui sotto è di
Daniela Lucangeli, docente universitaria di Psicologia dello Sviluppo, nota a livello internazionale per i suoi numerosi contributi in relazione alle scienze cognitive e all'apprendimento emotivo. Ci regala alcune riflessioni fondamentali su diversi argomenti, come l’importanza del gioco, il collegamento tra apprendere ed emozioni, il ruolo della scuola… Il riferimento è soprattutto al bambino, alla scuola primaria, un passaggio fondamentale per ciò che, ciascuno di noi, sarà nella vita.
Vorrei però porre l’accento su uno degli argomenti accennati: il diritto all’errore.
È una delle tematiche più importanti di questi nostri tempi complessi, sia per quanto riguarda la crescita personale, sia per il lavoro, e la vita in azienda.
- Nella crescita personale riconoscere a se stesso il diritto all’errore è un passaggio fondamentale, e spesso sofferto. Impariamo moltissimo dai nostri errori e accettare di sbagliare è l’unico mezzo che abbiamo per provare, testare, sperimentare. L’importante è distinguere tra avere ed essere: ho sbagliato induce al cambiamento e porta al miglioramento, sono sbagliato distrugge, in presente e il futuro.
In ambito professionale, lavorativo, aziendale, il diritto all’errore è spesso ciò che porta allo sviluppo di nuove idee e ottimizzazione di progetti. E i problemi più gravi, in azienda, si presentano quando l’errore non viene riconosciuto, accettato e corretto, ma viene nascosto, colpevolizzato o imputato ad altri.
Se nego il diritto all’errore ho due possibilità:
non ho sbagliato, ma sono sbagliato oppure
cerco un colpevole, esterno, che può facilmente essere il mio sottoposto, se sono abbastanza in alto nella scala gerarchica, o il governo precedente, o il sistema.
In ogni caso, le conseguenze sono deleterie.
E ritorno alla scuola primaria.
I danni che può fare la famiglia sono tanti, ma la scuola può aggravarli o tamponali, e perfino correggerli. Non serve, quindi, una scuola in cui tutto sia possibile, in cui l’errore è negato. Il trauma infantile del non diritto all’errore si ripercuote su tutta la vita adulta. Serve una scuola che porti a riconoscere l’errore gestendolo come strumento di miglioramento.

Dopo una laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche e oltre 20 anni di carriera in aziende farmaceutiche multinazionali, e continuando ad aggiornarmi anche da quando faccio la libera professione, credevo si sapere molto sui placebo e sull’effetto placebo. Ma questo libro mi ha affascinato e fatto fare nuove scoperte fin dalle prime pagine. I suoi pregi sono moltissimi. I pregi pratici: è piccolo, leggero, economico. Può essere messo in borsa e letto ovunque. E anche queste piccole cose non sono da sottovalutare. È scritto benissimo. Si pone l’obiettivo di essere un testo divulgativo, e lo è davvero . Ricchissimo di cultura e di riferimenti storico – letterari – filosofici manca totalmente di pomposità o frasi contorte che spesso si trovano in questo tipo di libri. Qui c’è la cultura vera. Einstein diceva “ Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna ”, affermazione che condivido appieno perché chi sa davvero sa anche semplificare i concetti. Fabrizio Benedetti sa. Sa spiegare, sa affascinare. E il libro è anche affascinante per i contenuti, il rigore scientifico. È imperdibile per tutti coloro che lavorano in ambito salute, ed è utile per tutti.

Il titolo completo del libro è Intelligenza emotiva Cos’è e perché può renderci felici. Daniel Goleman è sicuramente il più autorevole esperto mondiale di intelligenza emotiva. Il libro viene talvolta dichiarato “fuori catalogo”, ma vi assicuro che si trova ancora, sia in libreria che per gli acquisti on line. Queste le notizie pratiche. E poi, che dire? È interessante, scritto bene, leggibilissimo. E, soprattutto, imperdibile per chiunque abbia interesse per le relazioni umane, per chi educa, collabora o guida altri esseri umani.