Comunicazione: dalla teoria alla pratica
Come passare dalla conoscenza delle tecniche di comunicazione al loro utilizzo nella vita quotidiana
Succede regolarmente, in tutti i corsi in aula: dopo aver raccontato alcune tecniche e fatto qualche esempio, arriva inevitabilmente la domanda: Ma come faccio a riconoscere i filtri sensoriali, o gli stili sociali, o i meta programmi dei miei pazienti, alunni, clienti, colleghi?
Esiste una sola risposta: con l’esercizio.
La comunicazione non è diversa da qualunque altra tecnica o materia che possa essere imparata. Funziona nello stesso modo.
Ricordate quando avete imparato a scrivere, a leggere, a guidare, ad usare le tabelline o qualunque operazione matematica, o una lingua straniera?
Come mostra il disegno, qualcosa fa scattare il desiderio di imparare.
Si viveva anche senza sapere: era la fase in incapacità inconsapevole.
Poi si scopre un nuovo bisogno, un desiderio, e si comincia ad imparare. Ma si comincia! E si entra nella fase in incapacità consapevole.
Poco a poco, ciascuno secondo i propri tempi e le proprie modalità impara il concetto, la tecnica.
Fino al momento in cui si conoscono i passaggi, si è appresa la tecnica. Si entra quindi nella fase di capacità consapevole.
In questa fase per applicare la tecnica serve ancora la volontà, il supporto del pensiero razionale. È una fase che può durare anche a lungo, e può essere supportata e accelerata solo dall’esercizio.
È l’uso della tecnica, l’esercizio, che fa passare nella fase successiva, quella della capacità inconsapevole,
quando la tecnica viene applicata automaticamente, quasi inconsapevolmente.
Prendere la patente e guidare una volta all’anno per qualche chilometro non rende autisti abili e rilassati.
Imparare e leggere e scrivere e trascorrere decenni senza leggere una pagina o scrivere una riga apre la strada solo all’analfabetismo di ritorno.
Perché mai le tecniche di comunicazione dovrebbero essere diverse?

Dopo una laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche e oltre 20 anni di carriera in aziende farmaceutiche multinazionali, e continuando ad aggiornarmi anche da quando faccio la libera professione, credevo si sapere molto sui placebo e sull’effetto placebo. Ma questo libro mi ha affascinato e fatto fare nuove scoperte fin dalle prime pagine. I suoi pregi sono moltissimi. I pregi pratici: è piccolo, leggero, economico. Può essere messo in borsa e letto ovunque. E anche queste piccole cose non sono da sottovalutare. È scritto benissimo. Si pone l’obiettivo di essere un testo divulgativo, e lo è davvero . Ricchissimo di cultura e di riferimenti storico – letterari – filosofici manca totalmente di pomposità o frasi contorte che spesso si trovano in questo tipo di libri. Qui c’è la cultura vera. Einstein diceva “ Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna ”, affermazione che condivido appieno perché chi sa davvero sa anche semplificare i concetti. Fabrizio Benedetti sa. Sa spiegare, sa affascinare. E il libro è anche affascinante per i contenuti, il rigore scientifico. È imperdibile per tutti coloro che lavorano in ambito salute, ed è utile per tutti.

Il titolo completo del libro è Intelligenza emotiva Cos’è e perché può renderci felici. Daniel Goleman è sicuramente il più autorevole esperto mondiale di intelligenza emotiva. Il libro viene talvolta dichiarato “fuori catalogo”, ma vi assicuro che si trova ancora, sia in libreria che per gli acquisti on line. Queste le notizie pratiche. E poi, che dire? È interessante, scritto bene, leggibilissimo. E, soprattutto, imperdibile per chiunque abbia interesse per le relazioni umane, per chi educa, collabora o guida altri esseri umani.