Comunicazione: dalla teoria alla pratica
Come passare dalla conoscenza delle tecniche di comunicazione al loro utilizzo nella vita quotidiana
Succede regolarmente, in tutti i corsi in aula: dopo aver raccontato alcune tecniche e fatto qualche esempio, arriva inevitabilmente la domanda: Ma come faccio a riconoscere i filtri sensoriali, o gli stili sociali, o i meta programmi dei miei pazienti, alunni, clienti, colleghi?
Esiste una sola risposta: con l’esercizio.
La comunicazione non è diversa da qualunque altra tecnica o materia che possa essere imparata. Funziona nello stesso modo.
Ricordate quando avete imparato a scrivere, a leggere, a guidare, ad usare le tabelline o qualunque operazione matematica, o una lingua straniera?
Come mostra il disegno, qualcosa fa scattare il desiderio di imparare.
Si viveva anche senza sapere: era la fase in incapacità inconsapevole.
Poi si scopre un nuovo bisogno, un desiderio, e si comincia ad imparare. Ma si comincia! E si entra nella fase in incapacità consapevole.
Poco a poco, ciascuno secondo i propri tempi e le proprie modalità impara il concetto, la tecnica.
Fino al momento in cui si conoscono i passaggi, si è appresa la tecnica. Si entra quindi nella fase di capacità consapevole.
In questa fase per applicare la tecnica serve ancora la volontà, il supporto del pensiero razionale. È una fase che può durare anche a lungo, e può essere supportata e accelerata solo dall’esercizio.
È l’uso della tecnica, l’esercizio, che fa passare nella fase successiva, quella della capacità inconsapevole,
quando la tecnica viene applicata automaticamente, quasi inconsapevolmente.
Prendere la patente e guidare una volta all’anno per qualche chilometro non rende autisti abili e rilassati.
Imparare e leggere e scrivere e trascorrere decenni senza leggere una pagina o scrivere una riga apre la strada solo all’analfabetismo di ritorno.
Perché mai le tecniche di comunicazione dovrebbero essere diverse?