Volontà e Destino

Volontà e DestinoL’I Ching come mentore nella vita quotidiana – Carla Fiorentini - Risguardi edizioni 2016

Da migliaia di anni l’I Ching, il Libro dei mutamenti, è una guida per conoscere se stessi, prendere decisioni, attuare cambiamenti. Oggi, in tempi incerti e complessi, è più che mai un utile supporto, anche per il manager, per accordare le proprie scelte con il fluire della vita, per creare armonia e sinergia tra volontà e destino, tra individuo e universo. In questa chiave viene dunque proposta la rilettura del testo e di come utilizzarlo abbinandolo alle più recenti conoscenze di management e tecniche di sviluppo personale.

Ecco: questa è la presentazione ufficiale del libro, quella che trovate anche in copertina. Ma c’è altro da raccontare.

Ho incontrato l'I Ching, nella versione di Wilhelm con prefazione di Jung, più di 40 anni fa. All'inizio ero affascinata dall'oracolo, dal sapere “cosa sarebbe successo poi". Poco a poco mi sono accorta che mi aiutava a vivere, a scoprire me stessa, a capire gli altri e il mondo, ed è diventato un amico. E così si spiega perché il titolo definisce l’I Ching mentore nella vita quotidiana e non “della vita” o “per la vita”: il Libro dei mutamenti ha realmente uno spazio tutto suo nella mia vita, più per aiutarmi a comprendere che per conoscere il futuro.

Cosa c'è nel libro? Già, 576 pagine sembrano un'enormità e persino gli amici più cari mi hanno chiesto ""devo leggerlo tutto?" No, non è un romanzo! Suggerisco di leggere attentamente la prima parte (circa 140pagine), riflessioni sull'I Ching, sul futuro, sulla gestione delle esperienze, sulla vita e, soprattutto, su come e perché la volontà e il destino non sono in contrapposizione, ma in sinergia.

E poi? Come sono arrivata a 576 pagine? La seconda parte può essere letta o usata solo per consultazione, interrogando l'I Ching. Infatti è dedicata alla lettura degli esagrammi, in tre diverse versioni.
  • Un prima lettura è dedicata al cuore di ogni esagramma, visto come archetipo. Serve per prendere familiarità, o come strumento di meditazione.
  • Una seconda lettura è dedicata al manager, interpreta i responsi in chiave aziendale, business, e usa il linguaggio del business. Un vera guida per chi lavora e per chi ha responsabilità lavorative
  • La terza lettura è quella classica per la consultazione: l'esagramma completo, con l'interpretazione della sentenza, dell'immagine e delle singole linee
Per chi non è esperto dell'I Ching, sappiate che in copertina è rappresentato l'esagramma 61 - Veracità intrinseca, che significa coscienza, ascolto, onestà, interiorità, consapevolezza, comprensione di sé e degli altri, saggezza, equità, carisma, visione globale, presenza, padronanza personale, e molto altro. In pratica, qualcosa a cui tendere, per tutta la vita

L’indice del libro:
  • Parte 1 Teoria e Tecniche
  • Vedere il futuro - A cosa serve la divinazione
  • L’I Ching - Il Libro dei mutamenti
  • La favola raccontata dall’I Ching
  • Lo stato d’animo per la divinazione
  • La tecnica per consultare l’I Ching
  • Porre le domande
  • Il processo di interrogazione dell'oracolo e la Theory U
  • Com'è possibile che il lancio delle monete predica il futuro
  • Il linguaggio dell’I Ching
  • Lettura delle linee mobili
  • Strategie e tattiche nei responsi dell’I Ching
  • Pensare sistemico
  • Le strategie identificate dall’I Ching
  • Destino, proattività, e consapevolezza
  • E il pensiero positivo?
  • La gestione delle esperienze
  • Gestire le esperienze con l’aiuto dell’I Ching
  • Prepararci al futuro: positivo e negativo nell’I Ching
  • Gli errori più comuni nella lettura dell'I Ching
  • Accogliere l’inaspettato
  • L’I Ching nel mondo del business
  • La relazione di aiuto e aiutare con l’I Ching
  • Parte 2 Lettura dell’I Ching
  • Un primo incontro con gli esagrammi
  • L’I Ching per il manager: Esagrammi
  • Lettura degli esagrammi
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La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …
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Analizzando le problematiche della relazione medico-paziente oggi, ho ritrovato questo articolo scritto circa 5 anni fa. MOLTO è cambiato in questi anni, e quasi non ce ne siamo resi conto o, meglio, non ne sono consapevoli molti di quelli che dovrebbero gestire il problema. Comincio quindi ripubblicando questo articolo, a cui seguiranno le considerazioni più aggiornate. Un tempo, tanti anni fa, il medico di famiglia era il depositario delle conoscenze sulla salute dell’intera famiglia. Ed era anche, a parte i casi in cui diventava necessaria l’ospedalizzazione, l’unico medico con cui si aveva a che fare per la maggior parte dei problemi di salute. Raccontarlo oggi sembra di parlare di preistoria! Per essere pienamente corretta devo dire che si trovano ancora medici di famiglia, soprattutto nei piccoli paesi: in città è molto più difficile. Poi, per decenni, ci siamo rivolti agli specialisti e la fiducia del paziente si è trasferita nelle medicine e nella tecnologia diagnostica più ancora che nella figura del medico. Oggi sembra che siamo alle soglie di una nuova rivoluzione, che riguarda anche (o forse soprattutto) il medico di famiglia. Non si tratta di una rivoluzione tecnologica: è in gioco anche quella, ma riguarda più il sistema sanitario che il rapporto medico – paziente. Ciò che sta cambiando è più complesso, più profondo e, soprattutto, sistemico. Gli attori sono le malattie, soprattutto quelle gravi (le percentuali di incremento di alcune forme si tumore sono impressionanti, ma altrettanto vale per le guarigioni da molte forme di cancro), le nuove scoperte sulla psiconeuroimmunoematologia, internet, il paziente e i medici: siamo tutti coinvolti. In questi cambiamenti il sistema sanitario è un attore marginale e, soprattutto ora, è un elemento di burocrazia e di controllo economico, spesso nemico del benessere, spesso in ritardo, spesso fonte di complicazioni. Sono stati spesi fiumi di inchiostro per esaminare, condannare o esaltare il web come fonte di informazioni sulla salute. Qualunque malattia, o terapia, venga digitata, si trovano in pochi secondi migliaia di fonti di informazione, milioni di notizie, vere, verosimili, false, spesso in contrasto tra loro. Così il web come fonte di informazioni, come sostituto del medico di famiglia, si sta autodistruggendo. Quello strano elemento, che per anni è stato identificato come nemico dalla classe medica, è pronto per autodistruggersi. Già, perché quando il problema di salute è serio, la situazione è grave, si desiderano notizie certe: serve un punto di riferimento “sicuro”. Ovvio, a fronte di una diagnosi di tumore è l’oncologo il riferimento primario. Ma non basta. Serve una persona di famiglia, in cui si ha piena fiducia, a cui rivolgersi in ogni momento, a cui poter chiedere le cose più disparate: qualcuno che tenga i fili della complessità tra diagnosi, terapia, esami, effetti indesiderati, cambiamento di stile di vita, alimentazione, integratori, paure, ansie, dubbi. Solo il medico di famiglia può essere quel giocoliere competente, ma non tecnico super esperto, che può aiutarci nel giorno per giorno. Quindi cerchiamo nuovamente quel medico saggio, disponibile, competente, attento, dotato di estremo buon senso, capace di parlarci nel modo giusto al momento giusto. Io ne conosco alcuni: so che ci sono. Non possono essere sostituiti da nessun motore di ricerca. Sono impagabili, e fanno la differenza. Questo articolo è stato scritto un paio di anni fa. Rivedendolo oggi, sorrido e rabbrividisco. Sì, perché se c'è una cosa, in mezzo a milioni di incertezze, che la pandemia mi ha confermato con assoluta certezza è che il medico di famiglia, quello vero, forse un po' obsoleto secondo alcuni, fa davvero la differenza, in meglio.
Autore: Carla Fiorentini 8 novembre 2025
Spesso a diagnosi di malattia grave fa scattare l’inizio di percorso di gestione dell’esperienza, di un viaggio dell’eroe. Portare a termina il nostro viaggio, iniziato con la diagnosi, fa vincere un premio molto speciale.
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