Prendermi cura di me
Non è stato facile capire che ho difficoltà a prendermi cura di me

E accettare che, in questo periodo, ha difficoltà a prendermi cura di me è ancora più sconvolgente da accettare.
- Mi sono trasferita a Milano esattamente 40 anni fa, vivendo da sola per molti anni, comprando casa, facendo carriera.
- Sì, poi mi sono sposata, ed era bello essere in due, ma non perché volessi un appoggio.
- Negli ultimi anni sono diventata io l’appoggio di mio marito.
- Anche andando molto indietro nel tempo, io ero quella a cui la famiglia si rivolgeva quando c’erano problemi.
- E neanche da bambina era poi un gran carnevale: mancando mia madre l’affetto verso di me, che c’era, era più farcito da preoccupazione che ricoperto da protezione.
Tutto per dire che sostanzialmente ho sempre saputo cavarmela.
Poi sono arrivate anche le competenze per il ben-essere e la cura di sé. Dedicarmi tempo, attenzioni, parlare a me stessa, meditare, coltivare amicizie vere…
E adesso sono frastornata. Dimentico persino i miei 15 minuti di coccole ad inizio giornata, ho rispolverato quel brutto vocabolo “devo” e modalità negative nel parlare a me stessa e di me stessa, come mi ha fatto notare la psicoterapeuta.
Non trovo, ancora, la causa di tutto ciò: sono appena riuscita a comprenderne gli effetti.
Forse mi sto punendo, ma onestamente non ho motivi per punirmi. Mi è facile mettere tutto nel calderone del lutto, ma è davvero tutto lì?
Sperimento il timore di invecchiare, da sola. Sperimento l’ansia di decisioni sbagliate: e sì che non avevo ansia quando decisioni potenzialmente sbagliate potevano danneggiare anche altri oltre a me. Dovrei sentirmi più libera, e mi sento più vincolata che mai.
Così non va.
Voglio inventarmi nuove strade, nuovi modi per prendermi cura di me, scoprire cosa voglio ora e per il futuro, e costruirmi il nuovo futuro.