Natale non è una promessa
Il Natale è un invito

Siamo arrivati alle feste natalizie, con esortazioni al salvataggio di valori e tradizioni, infinite richieste di donazioni, luminarie e vetrine inondate di regali.
Un altro Natale.
Ecco… se vogliamo parlare di radici della nostra “civiltà” italiana, cristiana, ho qualcosa da segnalare.
- Da un punto di vista storico l’anno in cui l’Impero romano indisse quel censimento che portò Giuseppe e Maria, incinta, a Betlemme non è quello che consideriamo l’anno 0.
- Se davvero Maria fosse stata bionda con gli occhi azzurri e Gesù un paffuto bimbo con i riccioli biondi ci sarebbe da preoccuparsi perché erano ebrei, e non mi risulta che in quelle aree geografiche abbondino né i biondi, né gli occhi azzurri.
- Da ricerche storiche sembra poi che Gesù non sia nato a dicembre, ma verso la primavera, e nemmeno la tanto nota cometa che guidò i Re Magi sembra essere passata dalla terra nel periodo in cui collochiamo la nascita del Cristo.
- Aggiungo, poi, che il primo Presepe sembra essere stato fatto da San Francesco: quindi non certo una tradizione dei primi cristiani.
- E l’albero? Appartiene a pieno titolo alla cosmogonia del Nord Europa, ben prima della nascita di Gesù, ed è altamente improbabile trovare in Palestina un abete: al massimo un cedro del Libano o, più probabilmente, una palma.
Con buona pace di chi ci scassa, anno dopo anno, se guardiamo i fatti con razionalità, il Natale che conosciamo è, fondamentalmente, una bufala.
Eppure anche per una miscredente come me il Natale è magico.
Un tempo pensavo che fosse per quella promessa, importante, di Pace in terra agli uomini di buona volontà.
L’amara, dura e amarissima, realtà degli ultimi anni mi ha portato a dei ripensamenti.
Il Natale non è una promessa di pace per gli uomini di buona volontà. Niente, nemmeno la nascita del figlio di Dio, può portare pace dall’esterno, come un miracolo gratuito. Serve la nostra volontà e partecipazione.
E gli indizi su come fare ci sono tutti.
- Fidarsi della flebile luce di una stella per tracciare il cammino.
- Avere fede in qualcosa di fragile come un neonato per cambiare il mondo.
- Affidarsi a poveri pastori e artigiani invece che ai ricchi e potenti.
- Mantenere viva la speranza e la collaborazione.
Il Natale è un invito a dare il nostro, piccolissimo, contributo per la pace in terra tutelando gli uomini di buona volontà.
Sereno Natale 2025, nonostante tutto.








