Obiettivi e desideri

Perseguire l’obiettivo, raggiungere l’obiettivo, definire l’obiettivo: se ne parla all’infinito. 

Tutto questo ha pro e contro e, soprattutto, è meglio che non faccia dimenticare i desideri.

L’obiettivo ha alcune regole e finalità ben precise. Cominciamo dalle regole.

L’obiettivo deve essere SMART:

  • Specifico
  • Misurabile
  • Attraente
  • Ragionevole
  • Temporizzato

E poi anche:

  • Affermativo
  • Ecologico
  • Responsabilizzante

L’obiettivo quindi si fissa, si definisce (e spesso è un lavoro piuttosto lungo e complesso) e poi… si persegue e, alla data fissata, si fa il bilancio: o si è raggiunto, o si è fallito.

L’obiettivo è fondamentale nel coaching.

E poi c’è il famosissimo management by objective, tanto di moda nelle aziende.

La gestione per obiettivi è sicuramente utile (l’ho vissuta e anche gestita per anni), ma ha alcuni limiti di cui pochi sono consapevoli e pochissimi tengono conto. Infatti per essere credibile la gestione per obiettivi è rigida: l’obiettivo è misurabile e il non raggiungimento comporta il non ottenere il premio. E non importa il motivo pr cui non si raggiunge l’obiettivo.

Se si verificano situazioni oggettive dovrebbe essere rinegoziato l’obiettivo, e non arrivare alla fine e dire “va be’, non l’hai raggiunto, ma non è colpa tua: ti premio lo stesso”. Se è gestito così, il management by objestive diventa pericolosamente soggettivo, opinabile, poco credibile.

Ma ci sono difetti persino peggiori: la gestione per obiettivi chiude la strada alla creatività, alla ricerca delle opportunità, e persino alla gestione delle crisi o degli imprevisti.

OK, non voglio scrivere un trattato di management! Per la gestione in azienda ho alcune ipotesi, sperimentate, ma poco ineressanti.

Nella vita, argomento più affascinante, il vivere per obiettivi genera problemi simili, o forse più gravi, di quelli descritti in azienda.

Prima di diventare patiti di obiettivi bisognerebbe essere sicuri di saper gestire il fallimento come strumento di crescita, altrimenti è facile sentirsi falliti ad ogni obiettivo mancato e passare rapidamente all’ansia.

E poi, per quanto si possa essere abili nel processo di definizione degli obiettivi, è facile, finalizzati come siamo a rispettare le regole dell’obiettivo ben formato, dimenticare quegli aneliti di passione e desiderio che sono, davvero, ciò che ci spinge a superare ogni difficoltà e ogni nostro limite.

Sì, quindi, agli obiettivi solo se siamo capaci di mantenere la dimensione del sogno e del desiderio.

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Dal mio libro Quattro passi in galleria- quando non vedi la fine del tunnel, arredalo , che si può acquistare on line oppure ordinare in libreria, Il racconto del momento in cui sono stata costretta a tagliare i capelli, che sarebbero caduti (tutti!) con la chemioterapia
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Riflessioni
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