Il ruolo del Farmacista
Riflessioni, un po' a ruota libera, sul ruolo del farmacista

Ho preso l’abilitazione alla professione di farmacista molti, davvero molti, anni fa, dopo la laurea in CFT, il tirocinio in farmacia e anche il tirocinio in farmacia ospedaliera.
Il ruolo del farmacista era, già allora, sfaccettato: qualche preparazione (sempre meno), tanta distribuzione dei farmaci e molti consigli.
La prima apertura ad un cambiamento avvenne con l’espansione della dermocosmesi,
settore che in molte farmacie si è sviluppato solo come business complementare, gestito da appositi addetti.
Da allora si è generata una vera e propria valanga di cambiamenti. Certo, la capacità di ascolto, di empatia, di consiglio, è ancora, e sarà sempre, parte fondamentale del ruolo del farmacista, ma si è diversificata nelle molteplici funzioni che il farmacista ha nell’ambito della salute pubblica.
Al cambiamento sociale si sono poi sovrapposte variazioni legislative e innumerevoli progetti regionali che, spesso, portano diversità di ruolo, professione, funzioni e compiti tra una regione e l’altra.
Sono cambiate le leggi, è cambiata la società e sì, sono cambiate anche le patologie.
- È possibile che un singolo farmacista sia tanto sfaccettato da coprire al meglio tutti i possibili ruoli che la società odierna gli richiede, o gli rende accessibili?
Difficile rispondere a questa domanda.
Io credo che molti cambiamenti abbiano ulteriormente accentuato le differenze tra le farmacie “di passaggio” nei grandi centri urbani e le farmacie profondamente radicate nel territorio, come quelle di quartiere o dei piccoli paesi.
Credo anche che, nel bene e nel male, oggi più che mai sia necessaria e possibile la scelta strategica del farmacista: chi voglio essere, come voglio svolgere la mia professione, quale voglio che sia il ruolo della mia farmacia nella società e nel benessere dei miei clienti, …
Un bella sfida, appassionante!

Dopo una laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche e oltre 20 anni di carriera in aziende farmaceutiche multinazionali, e continuando ad aggiornarmi anche da quando faccio la libera professione, credevo si sapere molto sui placebo e sull’effetto placebo. Ma questo libro mi ha affascinato e fatto fare nuove scoperte fin dalle prime pagine. I suoi pregi sono moltissimi. I pregi pratici: è piccolo, leggero, economico. Può essere messo in borsa e letto ovunque. E anche queste piccole cose non sono da sottovalutare. È scritto benissimo. Si pone l’obiettivo di essere un testo divulgativo, e lo è davvero . Ricchissimo di cultura e di riferimenti storico – letterari – filosofici manca totalmente di pomposità o frasi contorte che spesso si trovano in questo tipo di libri. Qui c’è la cultura vera. Einstein diceva “ Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna ”, affermazione che condivido appieno perché chi sa davvero sa anche semplificare i concetti. Fabrizio Benedetti sa. Sa spiegare, sa affascinare. E il libro è anche affascinante per i contenuti, il rigore scientifico. È imperdibile per tutti coloro che lavorano in ambito salute, ed è utile per tutti.

Il titolo completo del libro è Intelligenza emotiva Cos’è e perché può renderci felici. Daniel Goleman è sicuramente il più autorevole esperto mondiale di intelligenza emotiva. Il libro viene talvolta dichiarato “fuori catalogo”, ma vi assicuro che si trova ancora, sia in libreria che per gli acquisti on line. Queste le notizie pratiche. E poi, che dire? È interessante, scritto bene, leggibilissimo. E, soprattutto, imperdibile per chiunque abbia interesse per le relazioni umane, per chi educa, collabora o guida altri esseri umani.