Gli alibi
Gli alibi servono solo per dimostrare che non eravate sul luogo del delitto

Un alibi è la dimostrazione di non essere presenti in un dato luogo in una data ora.
Solo questo. Gli alibi servono dal punto di vista legale.
In genere, sono davvero poche le occasioni in cui si ha bisogno di un alibi.
Eppure usiamo alibi costantemente per offrire agli altri, ma soprattutto a noi stessi, buone motivazioni per non fare una qualsiasi cosa.
Chiariamoci: come possono dirvi tutti i miei familiari, io sono considerata una persona pigra. E per di più, difendo accanitamente la mia pigrizia.
Quindi questo articolo non vuole assolutamente essere uno stimolo interventista, per fare o affrontare qualunque cosa subito.
Tutt’altro!
Durante la mia infanzia sono stata “invitata” più di quanto comunemente avviene a fare cose, correggere difetti, adeguarmi a ciò che gli altri desideravano che fossi. Salvo eccezioni (purtroppo presenti raramente) le persone che avevo attorno avevano un’idea ben precisa della figlia, sorella, studentessa ideale, e insistevano perché mi ci adeguassi, e non avevano alcun interesse a ciò che io desideravo essere o fare, opinione che veniva ritenuta superflua o sbagliata.
Un atteggiamento del genere non è, purtroppo, raro, ma continua ad essere molto fastidioso.
Per molti anni ho cercato di adeguarmi, ovviamente con scarsi successi, o di opporre alibi alle loro volontà.Peccato che gli alibi, anche quando erano ben costruiti, credibili, e avevano successo, generavano in me una sorta di senso di colpa, e comunque richiedevano una fatica immane (a costruirli, a sostenerli).
E poi gli alibi, anche se li abbiamo determinati noi stessi, danno vita a costanti sensazioni di fallimento.
Perché quando cominciamo a dirci, e a dire, “vorrei ma non posso”, qualunque sia il motivo per cui non posso, significa affermare che non siamo capaci, non siamo in grado, abbiamo fallito.
Fallimento e senso di colpa sono un’abbinata ottimale per essere infelici.
Finché un giorno ho cominciato a dire “potrei, ma non voglio”, e il mio mondo è cambiato.
Gli alibi non servono, serve invece la consapevolezza.
Ovviamente ci sono persone con cui non vogliamo essere brutali, ci sono situazioni in cui è bene dichiarare qualche alibi, ma bisogna costruirli bene, non crederci.
Esistono modi gentili per dire di no agli altri, ma l’apparente gentilezza di trovare scuse con noi stessi in realtà si paga a caro prezzo.

Dopo una laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche e oltre 20 anni di carriera in aziende farmaceutiche multinazionali, e continuando ad aggiornarmi anche da quando faccio la libera professione, credevo si sapere molto sui placebo e sull’effetto placebo. Ma questo libro mi ha affascinato e fatto fare nuove scoperte fin dalle prime pagine. I suoi pregi sono moltissimi. I pregi pratici: è piccolo, leggero, economico. Può essere messo in borsa e letto ovunque. E anche queste piccole cose non sono da sottovalutare. È scritto benissimo. Si pone l’obiettivo di essere un testo divulgativo, e lo è davvero . Ricchissimo di cultura e di riferimenti storico – letterari – filosofici manca totalmente di pomposità o frasi contorte che spesso si trovano in questo tipo di libri. Qui c’è la cultura vera. Einstein diceva “ Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna ”, affermazione che condivido appieno perché chi sa davvero sa anche semplificare i concetti. Fabrizio Benedetti sa. Sa spiegare, sa affascinare. E il libro è anche affascinante per i contenuti, il rigore scientifico. È imperdibile per tutti coloro che lavorano in ambito salute, ed è utile per tutti.

Il titolo completo del libro è Intelligenza emotiva Cos’è e perché può renderci felici. Daniel Goleman è sicuramente il più autorevole esperto mondiale di intelligenza emotiva. Il libro viene talvolta dichiarato “fuori catalogo”, ma vi assicuro che si trova ancora, sia in libreria che per gli acquisti on line. Queste le notizie pratiche. E poi, che dire? È interessante, scritto bene, leggibilissimo. E, soprattutto, imperdibile per chiunque abbia interesse per le relazioni umane, per chi educa, collabora o guida altri esseri umani.