Consapevolezza dell'atto terapeutico
Solo il medico può prescrivere farmaci, e talvolta il farmacista può consigliarli, ma l’atto terapeutico è ben più complesso.

Chi non è medico non può prescrivere e chi non è farmacista non può nemmeno consigliare alcun tipo di farmaco, ma chiunque sia a contatto con un malato deve essere consapevole che molte delle sue azioni sono, in realtà, atti terapeutici.
Quale definizione possiamo dare di atto terapeutico?
Alla luce delle recenti scoperte di neurofisiologia possiamo definire come atto terapeutico ogni azione che abbia influenza sulla salute del paziente. La forma più conosciuta è la prescrizione dei farmaci necessari da parte del medico accompagnata dalle informazioni / indicazioni che inducono la massima compliance e partecipazione alla terapia. La sola prescrizione è, appunto, una prescrizione, ma non un atto terapeutico.
È infatti ampiamente dimostrato che ci sono moltissimi elementi, che banalmente mettiamo sotto la voce effetto placebo o effetto nocebo, che influiscono sulla risposta del paziente alla terapia.
E in alcuni casi, anche se può sembrare di primo acchito paradossale, gesti, parole, comunicazione, possono essere atti terapeutici persino più efficaci di alcuni farmaci.
E continuo con i paradossi, e con le provocazioni, affermando che talvolta l’infermiere o il fisioterapista sono più consapevoli del medico stesso dell’atto terapeutico.
Un sorriso, un esercizio, un consiglio pratico utile ed efficace, parole di conforto dette al momento “giusto”, nella forma adeguata a quella precisa situazione e a quel preciso paziente sono veri e propri atti terapeutici che non possono certo sostituire un farmaco, se necessario, ma possono aiutare, alleviare, incoraggiare.

Dopo una laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche e oltre 20 anni di carriera in aziende farmaceutiche multinazionali, e continuando ad aggiornarmi anche da quando faccio la libera professione, credevo si sapere molto sui placebo e sull’effetto placebo. Ma questo libro mi ha affascinato e fatto fare nuove scoperte fin dalle prime pagine. I suoi pregi sono moltissimi. I pregi pratici: è piccolo, leggero, economico. Può essere messo in borsa e letto ovunque. E anche queste piccole cose non sono da sottovalutare. È scritto benissimo. Si pone l’obiettivo di essere un testo divulgativo, e lo è davvero . Ricchissimo di cultura e di riferimenti storico – letterari – filosofici manca totalmente di pomposità o frasi contorte che spesso si trovano in questo tipo di libri. Qui c’è la cultura vera. Einstein diceva “ Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna ”, affermazione che condivido appieno perché chi sa davvero sa anche semplificare i concetti. Fabrizio Benedetti sa. Sa spiegare, sa affascinare. E il libro è anche affascinante per i contenuti, il rigore scientifico. È imperdibile per tutti coloro che lavorano in ambito salute, ed è utile per tutti.

Il titolo completo del libro è Intelligenza emotiva Cos’è e perché può renderci felici. Daniel Goleman è sicuramente il più autorevole esperto mondiale di intelligenza emotiva. Il libro viene talvolta dichiarato “fuori catalogo”, ma vi assicuro che si trova ancora, sia in libreria che per gli acquisti on line. Queste le notizie pratiche. E poi, che dire? È interessante, scritto bene, leggibilissimo. E, soprattutto, imperdibile per chiunque abbia interesse per le relazioni umane, per chi educa, collabora o guida altri esseri umani.