Ricordi di Pasqua

È tempo di auguri, e su Pasqua c’è molto da dire. Ma io sto rimestando nei ricordi e mi viene in mente quella che forse è stata la Pasqua più significativa della mia vita.

Facevo le scuole elementari, non so più quale classe e quanti anni avevo esattamente, ma più di 7 e meno di 10.

Ero una bambina silenziosa (ora lo sono un po’ meno), infinitamente curiosa (e lo sono ancora oggi) e fondamentalmente timorosa.

Un anno la maestra decise di portarci tutte (classe rigorosamente solo femminile) alla messa di Pasqua. Ma non ad una messa qualunque: era la messa di mezzanotte.

Rimasi affascinata dalle letture (anche se la maestra ci faceva leggere un pezzo di Vangelo in classe ogni giorno, quella notte mi sembrò diverso) e dalla benedizione dell’acqua.

Mooolti anni dopo, a Milano, andai a sentire una messa di mezzanotte di Pasqua, ma… forse il rito ambrosiano, forse l’età, non ho ritrovato quella magia.

Qualcuno (non ricordo se la maestra, il prete o mio padre) mi chiese poi delle mie sensazioni.

Come ho detto… ero curiosa. Così chiesi perché certi numeri ricorrevano così spesso: il 40, il 3, il 7.

  • Mi risposero che erano numeri sacri.

E ovviamente chiesi perché erano sacri.

  • Mi dissero che erano sacri perché ricorrevano nelle Sacre scritture.

Era il cane che si mordeva la coda: ricorrevano perché sacri, e sacri perché citati ripetutamente. Ho impiegano moltissimi anni per decidermi a studiare la Kabbalah e trovare le risposte.

Avevo un’altra domanda.

Perché, se Gesù muore alle 3 del pomeriggio di venerdì e risorge dopo tre giorni le campane che annunciano che è risorto vengo sciolte a mezzanotte del sabato, cioè dopo poco più di ventiquattr’ore dalla morte. Dove sono i tre giorni?

Qui… fecero finta che non avessi parlato, e non ho risposte neanche oggi.


Fu una Pasqua indimenticabile perché, comunque, feci alcune scoperte fondamentali:

  • gli adulti non hanno tutte le risposte, neanche mio padre che secondo me sapeva tutto
  • le sacre scritture sono interessanti non per una questione di fede religiosa, ma perché fanno riflettere, sorgere domande (anche senza risposte)
  • le cerimonie religiose hanno un fascino particolare, indipendentemente dalla fede e, come ho scoperto poi partecipando a cerimonie religiose in Paesi lontani, indipendentemente dalla religione. Dopo anni ho poi tradotto questa sensazione pensando che la religiosità è importante, la religione no e che presumibilmente c’è un Dio, ma non importa come lo chiamiamo.

E ora, che è di nuovo Pasqua, mi auguro e ti auguro di mantenere la curiosità del tuo io bambino, mi auguro e ti auguro di conservare quel senso del divino, mi auguro e ti auguro di risorgere ogni volta che la vita mi porta a “morire”, più luminoso di prima.

E non parlo della colomba, simbolo di pace, che viene normalmente associata alla Pasqua: con quella che sta succedendo nel mondo finirei per essere censurata.

Buona Pasqua 2024. 

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