News febbraio 2020: cercando l’arcobaleno
Gli ultimi giorni di questo mese di febbraio mi impongono cambiamenti e riflessioni.
Ora non so più se la confusione che ho sperimentato il mese scorso era puramente mia, fatta di dubbi e incertezze, o era legata all’ascolto sistemico di quello che accadeva nel mondo e si stava preparando per noi. Forse erano in gioco entrambe. No, non sono pazza (OK, forse un pochino sì), ma non sento strane voci. Sono però fermamente convinta che dai luoghi, dalla natura, giungano messaggi e sensazioni.
Febbraio è quindi iniziato come un mese quasi normale, ognuno a rincorrere i suoi guai (e, fortunatamente, anche i suoi sogni). Io seguivo i miei, preparando interventi in aula, eventi, progetti.
Ho pubblicato Meditando con l’I Ching, del quale cui puoi trovare la presentazione al link: mi sono appena arrivate le prime copie.
Ho preparato e tenuto un intervento di una giornata a Bologna, alla Karmic Business Academy, dal titolo I CHING e rapporto con la figura del manager, e oso dire che è stato un notevole successo, e molto piacevole per me.
Stavo facendo, preparando, organizzando… ed è arrivato lui, il coronavirus. Lo ammetto: il primo pensiero è stato “che sfiga! Proprio ora che avevo deciso di aumentare la mia attività di formazione in aula!” Sì, forse anche il secondo pensiero è stato esattamente lo stesso: ora è tutto fermo, eventi spostati o annullati, progetti sospesi che non si sa se e quando potranno realizzarsi. Persino gli incontri con un paio di persone, in azienda, per valutare eventuali consulenze sono annullati, e non so se sarà possibile riprendere il filo in futuro. Le aziende sono chiuse, e quelle aperte evitano contatti con estranei. I danni economici sono e saranno molto pesanti e io, come tantissimi liberi professionisti, sono preoccupata.
Dopo essermi pianta addosso quel tanto che basta, mi sono messa a riorganizzare il mio tempo e le cose da fare (e, sì, anche le spese per trovare dove risparmiare).
Non mi annoierò! E forse questa primavera avrò anche, e finalmente, gli armadi e gli archivi a posto. E poi ci sono altre cose da fare, altri progetti: ne parlerò presto.
Ora vorrei però fare alcune considerazioni aggiuntive.
Tutta la mia stima ai sindaci dei comuni delle zone rosse: sono fantastici.
Tutta il mio disprezzo agli sciacalli che, in vario modo, cercano di sfruttare la situazione a proprio beneficio.
Ancora una volta ho avuto la conferma di un mio pensiero ricorrente. Se guardiamo la massa, l’insieme, noi italiani siamo totalmente privi di senso civico, di rispetto per gli altri. Basta pensare a chi si sente furbo perché fugge dalla zona rossa, andando ad impestare altre città, o a chi non dichiara contatti con zone o persone a rischio, pensando così di evitare il problema dei controlli sanitari o della quarantena, e facendo danni enormi alla comunità. Poi guardo più da vicino e scopro persone meravigliose, come i cittadini in quarantena che lanciano messaggi di grande equilibrio, o il tessuto sociale dei piccoli comuni, o l’abnegazione del personale sanitario.
La preoccupazione credo sia legittima, anche per me (io sono paziente oncologico in remissione, mio marito è parecchio più grande di me e ha problemi di asma e di cuore). La paranoia, il panico, il terrore, sono da respingere. La paura abbatte le difese immunitarie.
Che ciascuno scelga la sua via: preghiera, meditazione, volontariato, per portare pace e felicità, per produrre ossitocina, serotonina, endorfine… Io cerco arcobaleni: dopo il temporale è più facile vederli.

La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …







