Materia: autopromozione. Stato: bocciata
Sapevo di non essere brava nel promuovere me stessa e il mio lavoro, ma scopro di essere un vero disastro.

Tra le mie passioni, quella di scrivere ha un posto importante nella mia vita e nei miei pensieri.
Anche libri, e ne ho pubblicati alcuni.
- Hanno venduto? Un po’ sì, ma direi che non diventerò ricca scrivendo libri.
- Sono belli? Sono piaciuti? Ho avuto commenti positivi, ma la maggior parte arrivano da amici…
Poi, ieri, curiosando su Amazon trovo diverse recensioni su uno dei miei primi libri: Volontà e destino –
l’I Ching come mentore nella vita quotidiana.
Scopro di avere sempre cinque stelle (il massimo) come voto, e che le recensioni sono estremamente positive.
Tutto questo mi fa riflettere.
Poi penso alle votazioni ricevute sui corsi che ho nella piattaforma Udemy, con voti superiori alla media dell’area, ad altre recensioni di libri, a una volta in cui, per caso, ho scoperto che Volontà e destino era nella prima posizione della classifica della sua categoria, e io non ricordo neanche se era Amazon o Il giardino dei libri o altro.
Non ho comunicato, e tantomeno sfruttato in termini promozionali, nessuna di queste situazioni.
- La domanda a cui mi serve risposta è perché?
- La seconda domanda è se davvero credo di riuscire a vendere, a guadagnare, ad essere seguita, senza farmi promozione.
La risposta alla seconda domanda è più facile: so bene di essere out, fuori, obsoleta: il mondo, oggi più che mai, segue regole ben precise.
E torno alla prima domanda, anche con un pizzico di brutalità.
- Ai miei tempi l’educazione insegnava che “chi si loda, si imbroda”: non ci si vanta dei risultati ottenuti. E qualcosa di questa impostazione mentale mi è rimasta attaccata.
Però in questo atteggiamento c’è anche un pizzico di snobismo, e tanto animo ribelle: vorrei giocare secondo le mie regole, non subire quelle del mercato.
Ultimo, ma non per importanza, c’è il rifiuto del giudizio e la paura del fallimento.
Sono, stupidamente, più attenta alle valutazioni negative che a quelle positive e, se è vero che questo fa migliorare, è anche vero che è un ottimo sistema per darsi martellate sui calli.

Dopo una laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche e oltre 20 anni di carriera in aziende farmaceutiche multinazionali, e continuando ad aggiornarmi anche da quando faccio la libera professione, credevo si sapere molto sui placebo e sull’effetto placebo. Ma questo libro mi ha affascinato e fatto fare nuove scoperte fin dalle prime pagine. I suoi pregi sono moltissimi. I pregi pratici: è piccolo, leggero, economico. Può essere messo in borsa e letto ovunque. E anche queste piccole cose non sono da sottovalutare. È scritto benissimo. Si pone l’obiettivo di essere un testo divulgativo, e lo è davvero . Ricchissimo di cultura e di riferimenti storico – letterari – filosofici manca totalmente di pomposità o frasi contorte che spesso si trovano in questo tipo di libri. Qui c’è la cultura vera. Einstein diceva “ Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna ”, affermazione che condivido appieno perché chi sa davvero sa anche semplificare i concetti. Fabrizio Benedetti sa. Sa spiegare, sa affascinare. E il libro è anche affascinante per i contenuti, il rigore scientifico. È imperdibile per tutti coloro che lavorano in ambito salute, ed è utile per tutti.

Il titolo completo del libro è Intelligenza emotiva Cos’è e perché può renderci felici. Daniel Goleman è sicuramente il più autorevole esperto mondiale di intelligenza emotiva. Il libro viene talvolta dichiarato “fuori catalogo”, ma vi assicuro che si trova ancora, sia in libreria che per gli acquisti on line. Queste le notizie pratiche. E poi, che dire? È interessante, scritto bene, leggibilissimo. E, soprattutto, imperdibile per chiunque abbia interesse per le relazioni umane, per chi educa, collabora o guida altri esseri umani.