Ma tu cosa ne pensi?
Un supporto per aumentare la flessibilità di pensiero e comportamento

Storia
- Niente interrogazioni, oggi, ma una bella discussione tutti insieme sul libro che dovevate leggere e sull’argomento che tratta. Angela: vuoi cominciare tu?
Angela:
come è scritto nella prefazione, il libro narra… La critica ne parla molto bene, e se ne è parlato anche nella trasmissione televisiva Quante storie dicendo che… L’hanno letto anche i miei genitori. Mia madre sostiene che…, mentre mio padre pensa che…
- Grazie, Angela, per aver riportato un riassunto di varie opinioni. Tu cosa ne pensi?
Angela:
non saprei. Elena mi ha detto che…
Luigi.
Io penso che questo libro… E poi secondo me la storia… A me risulta che…
- Bene, proviamo a fare una specie di gioco. Angela, come Andrea, Giorgio, Lucia, riportano quasi sempre le opinioni di altri. Luigi, invece, come Elena, ad esempio, esprimono sempre la propria idea e tengono raramente conto dei pareri di altri. Oggi ciascuno farà il contrario di ciò che fa abitualmente. Volete provarci?
Domanda
- Su quale modalità di comunicazione sta, presumibilmente, lavorando l’insegnante e perché propone “il gioco”?
Risposta
Su quale modalità di comunicazione sta, presumibilmente, lavorando l’insegnante e perché propone “il gioco”?
L’insegnante sta lavorando sui metaprogrammi e in particolare sul metaprogramma referente interno – referente esterno.
Il metaprogramma referente interno o esterno esprime la modalità con cui si prendono decisioni: vale quello che penso io (interno) o mi serve il parere di qualcuno (esterno). Ovviamente ciascuno di noi ha diversi schemi mentali, e può usare sia il referente interno che esterno a seconda delle situazioni. Si può essere, ad esempio, referente interno sul lavoro ed esterno in famiglia. Per saperne di più Il metaprogramma Referente interno o referente esterno e Il metaprogramma Referente interno – esterno nella relazione con lo studente.
Angela, che riporta sempre il parere di altri, tende ad utilizzare il metaprogramma referente esterno, mentre Luigi, che si esprime costantemente in prima persona, usa soprattutto il metaprogramma referente interno.
Invitare gli studenti a modificare il comportamento più frequente ha la funzione di renderli più flessibili e, imparando ad usare entrambe le opzioni, più pronti ad affrontare situazioni diverse.