Istruzioni per rendersi infelici

Paul Watzlawick – Istruzioni per rendersi infelici - Feltrinelli

Lo so, non si tratta di un libro recente. È stato pubblicato da Feltrinelli negli anni ’80, e fortunatamente ogni tanto viene ristampato. 
È già presente in molte librerie familiari, ma trattandosi di un libro di piccole dimensioni potrebbe essersi rifugiato in un angolo. 

Se non l’avete ancora letto, godetevi la scoperta, oppure rileggetelo: lo merita. Soprattutto se siete in uno di quei periodi in cui, senza motivi oggettivi o speciali, vi sentite giù di morale. 
Sono circa 100 pagine, ed è quindi leggibile anche da chi pensa di non avere il tempo per aprire un libro. E poi, una volta iniziato, lo si divora. E si ride!!

A volte si ride degli altri, quando vengono descritti comportamenti che riconosciamo nei nostri amici, altre volte si ride un po’ a denti stretti, quando siamo costretti a riconoscere che lo schema descritto è proprio il nostro. 

Watzlawick ci prende in giro: non noi in particolare, ma noi in quanto esseri umani. Troviamo ironia, sarcasmo, e soprattutto una profonda conoscenza dei comportamenti umani e dei meccanismi della comunicazione
Watzlawick ci fornisce un’affascinante descrizione di ciò che facciamo quotidianamente, ma anche di cosa siamo in grado di fare quando diventiamo dei professionisti e dei perfezionisti nel crearci la nostra personale infelicità. Inutile nasconderselo: ogni tanto lo facciamo tutti! Per questo un ironico richiamo, letto e riletto, può solo farci bene.

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La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …
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