Il metaprogramma Referente interno – esterno nella relazione con lo studente
Come il metaprogramma Referente interno – esterno può essere utile nella relazione con lo studente

Proseguiamo nell’analisi dei metaprogrammi, un concetto di PNL.
Relativamente al metaprogramma Referente interno o esterno abbiamo esaminato la
teoria, il
test
per determinare quale è preponderante e un
esercizio
per aumentare la flessibilità. Ora vediamo come può influenzare la relazione tra insegnante e studente.
- Ci sono persone che necessitano dell’approvazione degli altri (referente esterno), ci sono persone che sono gli unici giudici di se stessi e delle proprie azioni (referente interno).
- E, spesso, è negli anni scolastici che si dovrebbe generare l’equilibrio o la flessibilità tra referente interno e referente esterno.
In gioventù, e in particolare nell’adolescenza, lo sviluppo o il bisogno di un referente interno è spesso correlato ad un elemento di ribellione, al bisogno dell’auto-affermazione o, in situazioni più difficili da gestire, a delusioni e rifiuti da parte di colui che era il referente esterno.
- Il ragazzo che non percepisce stima o rispetto da parte dei genitori può aggrapparsi all’insegnante, al gruppo, o sviluppare, ribellandosi, un fortissimo referente interno.
- Il ragazzo che necessita di un referente esterno e non riesce a farne a meno diventerà un adulto molto fragile, sempre sottomesso al giudizio altrui.
Non vado oltre: come avete sicuramente compreso entriamo nell’ambito della psicologia e dello sviluppo armonico o disarmonico della personalità, ma ritengo sia importante che l’insegnante sia consapevole dell’importanza di questo metaprogramma e aiuti ciascun studente a trovare quel giusto equilibrio e, soprattutto, quella flessibilità che consente da una parte l’autonomia decisionale (referente interno) e dall’altra il tener conto delle opinioni altrui (referente esterno).

Dopo una laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche e oltre 20 anni di carriera in aziende farmaceutiche multinazionali, e continuando ad aggiornarmi anche da quando faccio la libera professione, credevo si sapere molto sui placebo e sull’effetto placebo. Ma questo libro mi ha affascinato e fatto fare nuove scoperte fin dalle prime pagine. I suoi pregi sono moltissimi. I pregi pratici: è piccolo, leggero, economico. Può essere messo in borsa e letto ovunque. E anche queste piccole cose non sono da sottovalutare. È scritto benissimo. Si pone l’obiettivo di essere un testo divulgativo, e lo è davvero . Ricchissimo di cultura e di riferimenti storico – letterari – filosofici manca totalmente di pomposità o frasi contorte che spesso si trovano in questo tipo di libri. Qui c’è la cultura vera. Einstein diceva “ Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna ”, affermazione che condivido appieno perché chi sa davvero sa anche semplificare i concetti. Fabrizio Benedetti sa. Sa spiegare, sa affascinare. E il libro è anche affascinante per i contenuti, il rigore scientifico. È imperdibile per tutti coloro che lavorano in ambito salute, ed è utile per tutti.

Il titolo completo del libro è Intelligenza emotiva Cos’è e perché può renderci felici. Daniel Goleman è sicuramente il più autorevole esperto mondiale di intelligenza emotiva. Il libro viene talvolta dichiarato “fuori catalogo”, ma vi assicuro che si trova ancora, sia in libreria che per gli acquisti on line. Queste le notizie pratiche. E poi, che dire? È interessante, scritto bene, leggibilissimo. E, soprattutto, imperdibile per chiunque abbia interesse per le relazioni umane, per chi educa, collabora o guida altri esseri umani.