Che ci faccio qui? - Ribaltare i modelli mentali

Ti sei mai chiesto che ci faccio qui? Qui, in questa vita, sulla terra, qui. Ci sono molti modi per cercare una risposta. Io … ho ribaltato il problema

Credo capiti a tutti. Sono certa che succede a molti. Almeno una volta, nella vita, ci si chiede Che ci faccio qui?

Talvolta sono i momenti di crisi che inducono alla domanda, altre volte è tutto ciò che si legge.

Che ci faccio qui?

Poi si cominciano a cercare risposte.

  • Si trovano inviti a vivere nel qui e ora, che appaiono estremamente contrastanti con il quesito di fondo.
  • Si va alla ricerca del karma, del dharma, del tikkun, dell’ikigai.
  • Si cerca il proprio compito nella vita, o si tenta di vivere per obiettivi.

A volte la ricerca è affannosa, quasi angosciata, altre volte è più soft e tranquilla.


Poi, ad un certo punto, la questione non è più quella di trovare risposte, perché di offerte di risposte se ne trovano, anche tante. Il problema diventa quale risposta è più convincente, quale risolve il male di vivere, le ansie, le paure.


La mia caccia al tesoro, comprendere che ci faccio qui, è stata lunga. Un po’ perché sono lenta nel comprendere e un po’ perché ogni risposta sembrava convincente, ma non mi soddisfaceva totalmente. Persino l’idea dell’evolvere, esperienza dopo esperienza, vita dopo vita, per quanto allettante, contrasta con alcuni dei miei principi perché rischia di diventare una scaletta in cui qualcuno è meglio, più evoluto, e qualcuno è peggio, creando una graduatoria di evoluzione in cui sentirsi superiore o inferiore.

Poi ho trovato la mia risposta, che non contrasta con le altre, ed ha spazzato via le mie perplessità.


Credo che ci sia stato un momento in cui avevo tutte le risposte, sapevo il motivo di questa vita e di tutte le esperienze, e le difficoltà. È stato quando ho scelto di nascere, in questa vita, con precisi genitori. San Pietro, o chi per lui, mi ha dato la possibilità di scegliere, informandomi di quale vita avrei fatto, cosa mi sarebbe successo e perché, cosa avrei potuto imparare, come e perché. Tutto aveva un motivo, e un significato. Potevo scegliere, e sono nata. Ero consapevole, prima, e poi ho dimenticato, ma la scelta è stata consapevole.

Questa idea, forse un po’ bizzarra, mi ha tranquillizzato: in fondo si tratta di aver fiducia, in me e nella vita. E nel video ti racconto un po’ di più.

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Riflessioni
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Dopo una laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche e oltre 20 anni di carriera in aziende farmaceutiche multinazionali, e continuando ad aggiornarmi anche da quando faccio la libera professione, credevo si sapere molto sui placebo e sull’effetto placebo. Ma questo libro mi ha affascinato e fatto fare nuove scoperte fin dalle prime pagine. I suoi pregi sono moltissimi. I pregi pratici: è piccolo, leggero, economico. Può essere messo in borsa e letto ovunque. E anche queste piccole cose non sono da sottovalutare. È scritto benissimo. Si pone l’obiettivo di essere un testo divulgativo, e lo è davvero . Ricchissimo di cultura e di riferimenti storico – letterari – filosofici manca totalmente di pomposità o frasi contorte che spesso si trovano in questo tipo di libri. Qui c’è la cultura vera. Einstein diceva “ Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna ”, affermazione che condivido appieno perché chi sa davvero sa anche semplificare i concetti. Fabrizio Benedetti sa. Sa spiegare, sa affascinare. E il libro è anche affascinante per i contenuti, il rigore scientifico. È imperdibile per tutti coloro che lavorano in ambito salute, ed è utile per tutti.
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