L’orgoglio dell’insegnante
Affaticato, frustrato, sottopagato…

L’insegnamento è un lavoro faticoso, spesso frustrante e in Italia indubbiamente sottopagato.
E poi gli alunni sono rumorosi, talvolta maleducati, i genitori ingombranti e spesso pretenziosi.
È tutto vero, ma ciò che preoccupa è che gli insegnanti, spesso, si sentano poco stimati.
No, non vivo sulla luna. Ho sentito anch’io commenti sgradevoli e considerazioni decisamente fastidiose.
- Hanno tre mesi di vacanza
- Lavorano poche ore al giorno
- È un lavoro talmente mal pagato che può essere solo il secondo lavoro, o il secondo stipendio in famiglia
- È un lavoro da donne: lascia il tempo per la famiglia e tanto le mantiene il marito (questa è, secondo me, la frase peggiore)
Cerchiamo, però, di fare alcune riflessioni.
Conosco molti insegnanti orgogliosi del proprio lavoro.
Sanno di avere enormi responsabilità, si preoccupano dei loro studenti, si aggiornano costantemente, cercano, faticosamente, un equilibrio tra lavoro e vita privata. Rispettano i colleghi. Amano la professione che hanno scelto, pur conoscendone pienamente i problemi e le difficoltà.
So (ho anche conosciuto) di insegnanti che considerano il loro lavoro un ripiego, sfogano le frustrazioni in maniera isterica sugli alunni, conoscono a malapena la loro materia di insegnamento e i concetti di educazione e cultura sono per loro familiari quanto la teoria delle stringhe, cercano (e talvolta ci riescono) di approfittare di ogni legge esistente, disposti a barare se non ne hanno diritto…
Morale della favola?
In realtà ci sono due elementi importanti.
- Il primo è che chi fa il furbo (in tutte le sfaccettature) è generalmente in primo piano, e danneggia tutti.
- Il secondo è che non si può chiedere rispetto se non dopo aver dato rispetto. Viviamo in un mondo giudicante in maniera feroce e basta una, anche minima, percentuale di furbetti per disastrare intere categorie. Bisogna imparare a separare il grano dal loglio, rispettare se stessi e il proprio lavoro, svolgerlo al meglio, esserne orgogliosi.
Credo che ciò valga in particolare per gli insegnanti, responsabili dell’educazione prima ancora dell’istruzione, di formare persone, fondamentali formatori del nostro futuro.

Dopo una laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche e oltre 20 anni di carriera in aziende farmaceutiche multinazionali, e continuando ad aggiornarmi anche da quando faccio la libera professione, credevo si sapere molto sui placebo e sull’effetto placebo. Ma questo libro mi ha affascinato e fatto fare nuove scoperte fin dalle prime pagine. I suoi pregi sono moltissimi. I pregi pratici: è piccolo, leggero, economico. Può essere messo in borsa e letto ovunque. E anche queste piccole cose non sono da sottovalutare. È scritto benissimo. Si pone l’obiettivo di essere un testo divulgativo, e lo è davvero . Ricchissimo di cultura e di riferimenti storico – letterari – filosofici manca totalmente di pomposità o frasi contorte che spesso si trovano in questo tipo di libri. Qui c’è la cultura vera. Einstein diceva “ Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna ”, affermazione che condivido appieno perché chi sa davvero sa anche semplificare i concetti. Fabrizio Benedetti sa. Sa spiegare, sa affascinare. E il libro è anche affascinante per i contenuti, il rigore scientifico. È imperdibile per tutti coloro che lavorano in ambito salute, ed è utile per tutti.

Il titolo completo del libro è Intelligenza emotiva Cos’è e perché può renderci felici. Daniel Goleman è sicuramente il più autorevole esperto mondiale di intelligenza emotiva. Il libro viene talvolta dichiarato “fuori catalogo”, ma vi assicuro che si trova ancora, sia in libreria che per gli acquisti on line. Queste le notizie pratiche. E poi, che dire? È interessante, scritto bene, leggibilissimo. E, soprattutto, imperdibile per chiunque abbia interesse per le relazioni umane, per chi educa, collabora o guida altri esseri umani.