Combattere lo stress
Le onde cerebrali e la respirazione
Storia
Cosa c’è? Mi sembri stravolta. Dai che siamo quasi a fine giornata, e ti ricordo che abbiamo il week end libero!
Libero dal lavoro! Ma purtroppo non dai problemi. È davvero un momentaccio! Ma non preoccuparti, ho le mie armi segrete.
Sì, wonder woman. Però adesso prenditi una pausa, vai al bar a far merenda. Approfitta di questa pausa: fra poco c’è l’assalto del venerdì pomeriggio.
Se non ti dispiace approfitto della poltrona nello studio. Torno tra poco.
Circa 10 minuti dopo
Ma che hai fatto? E come hai fatto? Sembri un’altra persona! Adesso sei sorridente, rilassata!
Ti ho detto che ho le mie armi segrete!
Domande
- È possibile, in dieci minuti, far passare la stanchezza, ridurre o eliminare lo stress? E come?
Risposte
È possibile, in dieci minuti, far passare la stanchezza, ridurre o eliminare lo stress? E come?
Sì, è possibile. Gli strumenti principali, semplici da usare, sono due, e generalmente vengono usati insieme: la respirazione
e lo stato alpha.
- La respirazione è strettamente collegata allo stato d’animo. Possiamo dire che esiste un legame biunivoco tra respirazione e stato d’animo: se siamo rilassati, il respiro può essere solo rilassato. Ma vale anche il viceversa: se impariamo a respirare in maniera rilassata, il nostro stato d’animo può essere solo rilassato.
- Con stato alpha, invece, si identifica la modalità di onde cerebrali alpha che identificano uno stato vigile, ma rilassato. Esistono numerose situazioni fisiologiche in cui entriamo in stato alpha, ed è anche possibile stimolare questo stato attraverso leggere forme di meditazione.
In stato alpha aumenta lo stato di rilassamento, ma anche la creatività e la capacità di problem solving.

La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …







