La civiltà dell'empatia
Jeremy Rifkin – La civiltà dell’empatia – Oscar Mondadori 2011

Non è il libro più recente di Rifkin, e forse nemmeno il più significativo. Ma secondo me è attualmente il più bello.
Rifkin è un economista, anche se il termine è limitativo perché è un economista capace di guardare la società. Vent’anni fa fece scalpore il suo libro La fine del lavoro
(di cui ho parlato spesso), che descriveva con incredibile capacità di visione a lungo termine ciò che si è poi manifestato negli anni.
- Leggendo La fine del lavoro quando uscì, si vedevano i segnali e sembrava che ci incamminassimo verso una sorta di catastrofe sociale.
- Letto oggi spiega molto bene alcuni perché del mondo in cui viviamo.
Con La civiltà dell’empatia
Rifkin parte dalla scoperta rivoluzionaria, fatta da neurologi italiani, dei neuroni specchio: struttura cerebrale di cui è dotata la razza umana capace deputata all’empatia, e ripercorre la storia, rileggendola alla luce di questa scoperta.
Un viaggio affascinante nel passato, un rilettura dei fatti, e una nuova prospettiva.
Il viaggio non si ferma, arriva all’oggi e va verso il futuro.
L’empatia viene così messa in relazione con le rivoluzioni industriali, con il consumismo sfrenato, per arrivare ad essere, forse, la base su cui costruire la vera sfida: il salvataggio ecologico del Pianeta.