Non sono la prima persona che trasloca, e non è la prima volta che trasloco, ma stavolta mi ha preso male.
Al punto che sto male davvero, e la mia dottoressa mi ha spedito, con urgenza, a fare degli accertamenti. (prima aveva tentato di mandarmi al pronto soccorso, ma mi sono rifiutata).
Così la faccenda si è complicata ulteriormente.
L’imbianchino mi aspetta ma devo fare l’RX torace e poi sto finendo le pappe di Atena e quella vuole mangiare.
Il 2 e il 3 mi portano i mobili da Milano si comincia alle 8 ma devo andare a ritirare gli esami e poi il 4 mi portano la cucina e devo trovare l’idraulico (o l’elettricista boh non so)
Non ho dimenticato come si scrive e so bene che la punteggiatura è importante. Eppure mi viene da scrivere tutto d’un fiato, più o meno come sto vivendo.
Ho anche rispolverato il verbo devo, che uso raramente perché esprime quella sensazione di costrizione che rifiuto, ma adesso si sta.
Più o meno sto vivendo in apnea: e poi mi lamento che mi manca il fiato!
La casa è bella, e sta venendo benissimo.
Come è normale (almeno: lo è stato anche le altre volte che ho traslocato) vengono fuori quelle piccole magagne che si vedono solo dopo aver iniziato a sistemare.
Chi l’ha detto che devo fare tutto adesso, subito subito?
Posso vivere benissimo anche se il portone del garage non è perfettamente a posto.
Ma io no. Mi sono lanciata nell’impresa di far aggiustare anche quello, salvo poi scoprire che non potrà essere fatto subito.
Atena mi guarda attonita. I gatti, quando si accorgono che il loro umano è strano, annusano l’alito, come se avessero un gas cromatografo che permette di capire se l’umano è matto o malato. Lei non è da meno: durante la notte mi sveglio con il suo tartufo in bocca.
Le prossime settimane sono cruciali. Ce la posso fare!
#riflessionidellacarla
#orientarelevele
E il seguito, alla prossima puntata
Carla Fiorentini